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21 luglio 2008

Specializzazioni craniche o versatilità locomotoria: due diverse strategie dei grandi teropodi gondwaniani

Abstract: Spinosaurids differ from other basal tetanurans mainly in their cranial anatomy, that seems well adapted for a piscivorous diet, while are not particulary derived postcranially. The different anatomical adaptations in abelisaurids and spinosaurids probably limited interspecific competition between the two clades.

Le anatomie dei grandi teropodi mesozoici trascendono la nostra esperienza quotidiana. Pertanto, è presumibile che anche le loro ecologie non siano necessariamente inquadrabili dentro le nostre categorie ecologiche oloceniche. La frustrante assenza di equivalenti attuali plausibili come modello interpretativo, spesso, ci induce ad attaccarci a quello che abbiamo con ottusa semplicità. Tuttavia, e bisognerebbe inciderlo a caratteri cubitali nella mente di tutti i fanatici delle interpretazioni ecosistemiche, OGGI NON ESISTE ALCUN EQUIVALENTE MORFO-ECOLOGICO DEI GRANDI TEROPODI MESOZOICI, pertanto, qualsiasi ipotesi basata su animali attuali deve sempre essere presa con due paia di pinze giganti e delle belle presine da forno in amianto.

Eppure, molti fan finta di niente, e credono che un mammifero quadrupede viviparo di 250 kg possa essere un buon analogo per capire l’ecologia di un teropode bipede oviparo pesante anche venti volte di più... Contenti loro...

Gli spinosauridi sono un gruppo altamente apomorfico di tetanuri del Cretacico. Sebbene è presumibile sulla base della loro posizione filogenetica che abbiano le loro origini nel Giurassico Medio, non è unanime il consenso su quali siano i loro più stretti parenti. Numerosi tetanuri di grado “torvosauride” sono spesso citati come spinosauroidi basali, e quindi come plausibili portatori delle condizioni primitive degli spinosauridi. Ciò è importante, dato che nessuna ipotesi ecologica sugli spinosauri può essere fatta in maniera soddisfacente senza considerare il contesto evolutivo nella quale si inserisce.

L’anatomia degli spinosauridi è nota principalmente dai baryonychini, uno dei suoi due sottocladi, per i quali sono note quasi tutte le regioni anatomiche ad eccezione del piede, di buona parte della mano e della coda. Tuttavia, dato che non è noto alcune resto degli arti e della coda degli spinosaurini, non è certo se le speculazioni ricavabili dai baryonychini siano automaticamente applicabili agli spinosaurini, l’altro sottoclade.

Spinosaurus, in particolare, presenta una tale combinazione di caratteri altamente apomorfici (la forma del rostro, la conformazione della narice, le spine neurali ipertrofiche) che probabilmente non occupava esattamente le stesse nicchie ecologiche dei baryonychini.

L’anatomia cranica degli spinosauridi risulta ben adattata alla piscivoria. Ciò non si ripercuote automaticamente nell’anatomia postcraniale nota, la quale è simile a quella degli altri tetanuri basali. Ciò non è in contraddizione con l’ipotesi che fossero piscivori, dato che, anche nei teropodi moderni (gli uccelli neorniti), spesso la differenza tra forme piscivore e non piscivore è principalmente nell’anatomia del cranio, e non nel postcraniale.

In effetti, non è detto che per essere piscivori gli spinosauridi fossero necessariamente anche delle forme strettamente adattate alla vita in acqua (rispetto ad altri teropodi): se, come appare plausibile, le principali prede acquatiche degli spinosauridi erano grandi sarcopterigi basali, molto abbondanti nel Cretacico, ovvero grossi pesci di acque basse, non è necessario evolvere particolari sistemi locomotori per catturarli. Come ho descritto in un vecchio post su Ultrazionale, il cranio ed il collo degli spinosauridi appaiono perfettamente adattati per pescare quel tipo di preda in quel tipo di ambiente, e non richiedono l’evoluzione di particolari adattamenti acquatici nel resto del corpo.

Questo discorso rimarca quello già fatto a proposito dell’ipotesi anfibia per i carnotaurini, nella quale sembra manifestarsi un fenomeno opposto, ovvero, l’evoluzione di adattamenti locomotori parzialmente anfibi senza però l’acquisizione di particolari adattamenti anfibi a livello craniale. Si tratta di due strategie evolutive differenti e probabilmente non in competizione tra loro: ciò probabilmente è uno dei motivi della coesistenza dei due cladi per almeno trenta milioni di anni di storia gondwaniana.

2 commenti:

  1. Gli spinosauridi mi hanno sempre affascinato, sopratutto per quell'alone di "mistero" che li avvolge.
    Dato che si parla della loro predazione piscivora, volevo chiedere:
    nell'ormai famoso reperto MSNM V4047 che Andrea conosce benissimo XD, ovvero il "muso" dello spinosauro studiato da Dal Sasso, vi sono dei pori nel premascellare.
    Che spiegazioni dai a questi pori?

    Filippo

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  2. Non esageriamo con la mia conoscenza di "Ernst" (così lo chiamo MSNM V4047)... ho avuto la fortuna di vederlo dal vivo prima che lo esponessero al pubblico e di toccarlo , ma il vero superesperto di quel fossile è Simone Maganuco. Con lui ho avuto un'interessante discussione proprio sui forami laterali del rostro, sia premascellari che mascellari. Sebbene alcuni siano chiaramente l'uscita dei vasi sanguigni, Simone vede in altri la possibilità che siano forami di uscita dei nervi sensori, in analogia con quanto accade nei coccodrilli. Come Simone spera che accada in futuro, solo una radiografia/TAC del fossile potrà svelare questo enigma.

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